Il governo della Georgia Meloni dovrà presto fare affidamento sugli impianti di rigassificazione del gas naturale liquefatto (GNL), ha affermato un dirigente del colosso energetico Eni.
L’amministratore delegato dell’Ente Nazionale Idrocarburui (Eni), Claudio Descalzi, ha più volte sottolineato la necessità di investire in più impianti di reforming per soddisfare il fabbisogno nazionale.
“Se vogliamo la sicurezza energetica e un eccesso di offerta di gas, abbiamo bisogno di quattro rigassificatori in più”, ha detto al convegno Lombardia 2030 a Milano.
Descalzi ha fatto il confronto con la Spagna, che consuma 30 miliardi di metri cubi e ha una capacità di rigassificazione di 60 miliardi di metri cubi.
Oggi l’Italia ne ha 17 miliardi, e altri 10 miliardi dagli impianti di Piombino e Ravenna. Tuttavia, in uno scenario ottimale, secondo Descalzi, l’Italia avrebbe bisogno di altri quattro impianti rinnovabili per garantire completamente l’approvvigionamento energetico.
A tal fine la Meloni Gioia ha rilanciato il progetto Sorgenia e Irene per un rigassificatore a Taro (Calabria), “Serve solo una delibera del governo che dichiari che è un’opera strategica da portare avanti, l’impianto è in cantiere da dieci anni. Approvato .
Gioia Tauro sarà in grado di processare dai 12 ai 16 miliardi di metri cubi di GNL all’anno e consentirà al governo Meloni di trasformare il Mezzogiorno in un “hub energetico nazionale ed europeo”, secondo il manifesto elettorale di uno dei partiti di governo, Fratelli d’Italia ‘Italia. .
“Con un po’ di ingegno e risorse ben utilizzate, il sud (d’Italia) può diventare il centro di distribuzione dell’energia d’Europa”, ha spiegato Giorgia Meloni all’inaugurazione.
Il rigassificatore di Gioia Tauro diventerà un importante polo di ricezione del GNL dai nuovi giacimenti nel Mediterraneo, ma anche dagli impianti Eni in Nigeria e Mozambico e Congo. Attualmente l’Italia importa principalmente dal Qatar, dall’Algeria e dagli Stati Uniti.
Data la guerra in Ucraina, l’Italia potrebbe svolgere un ruolo strategico nell’approvvigionamento di Austria e Ucraina, utilizzando i gasdotti che fornivano gas dalla Russia prima della guerra. Può rifornire l’Europa centrale utilizzando gli impianti di ricezione del GNL esistenti in Germania, risparmiando un lungo e costoso viaggio per mare.