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Dopo il trapianto di cellule staminali: HIV e cancro nel paziente convalescente

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Dopo il trapianto di cellule staminali: HIV e cancro nel paziente convalescente

I ricercatori sono riusciti a mantenere vive le cellule staminali del sangue al di fuori del corpo.

09.10.2018 | 05:47 min


Essendo già stato utilizzato con successo nel Paziente di Berlino e nel Paziente di Londra, il team di ricerca spera di trovare opzioni terapeutiche per le persone con HIV che non hanno il cancro e si affidano ad approcci di terapia genica. Tuttavia, gli esperti indipendenti vedono ancora seri ostacoli.

Nel 2011, tre anni dopo la diagnosi di HIV, al “paziente di Düsseldorf” è stata diagnosticata la leucemia mieloide acuta (LMA), una forma di tumore del sangue. Nel 2013 ha subito un trapianto di cellule staminali.

Le cellule staminali – come quelle di due casi simili di Berlino e Londra – hanno una specifica mutazione genetica chiamata CCR5? 32 (CCR5-Delta32). Questa mutazione assicura che non vi sia alcun sito di attracco dell’HIV sulle cellule immunitarie.

Senza di esso, il virus non può trovare un punto di ingresso e non può infettare le cellule, rendendo i portatori della mutazione quasi resistenti ai patogeni.

Infatti, il trapianto ha remesso i sintomi dell’HIV, quindi nel 2018 il team di cura ha deciso di interrompere la terapia antiretrovirale. L’osservazione del paziente per diversi anni ha mostrato un successo continuo: oggi gli scienziati parlano di una completa guarigione per l’uomo che ora ha 53 anni.

Gli ARV sono disponibili in compresse e ora anche come iniezioni. Entrambi possono essere utilizzati per prevenire e curare le infezioni che si sono già verificate. Un enorme sollievo per le donne in Sudafrica.

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Il team di ricerca spera che in futuro sarà possibile curare le persone senza cancro trapiantando cellule staminali geneticamente modificate. La mutazione verrebbe introdotta, ad esempio, utilizzando forbici genetiche come Crispr/Cas e combinandole con strategie che riducono lo stock di HIV nel corpo. Secondo gli esperti, c’è ancora molta strada da fare fino ad allora, anche a causa degli effetti collaterali.

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