Una volta sotto Mussolini
Italia: disegno di legge vieta le parole straniere – multe fino a 100.000 euro
Il progetto di legge che vieta le parole straniere arriva da Giorgia Meloni, un politico del partito al governo Fratelli d’Italia.
© Fonte: Getty Images
Roma Dopo la vittoria elettorale di Giorgia Meloni sei mesi prima, l’Italia ha saputo distrarsi sfacciatamente dalle tante conquiste di cui il Duce ha deliziato il Paese. Sulla legge dantesca della purezza del linguaggio. Il dittatore fascista Benito Mussolini aveva già vietato l’uso di parole straniere, e in particolare il vocabolario inglese, e fu seguito in seguito dai suoi alleati tedeschi, Adolf Hitler e Joseph Goebbels. Mentre i nazisti inventarono “Hauchapfel” (per banana), i fascisti italiani inventarono “fiorellare”, che significa “sbocciare”. Doveva essere usato al posto dell’anglosassone “Flurton”.
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Per Fabio Rambelli, vicepresidente della Camera dei Rappresentanti e membro del partito Fratelli d’Italia al governo di Giorgia Meloni, difendere la lingua italiana dagli invasori stranieri non ha perso la sua importanza. Attraverso un progetto di legge da lui presentato, il 62enne post-fascista rumeno vuole vietare l’uso di parole straniere nei pubblici ufficiali, negli uffici e nelle imprese statali. La legge si applica anche alle scuole e alle televisioni governative.
Il nome del ministero è illegale
Agli uffici, ai dipendenti pubblici, agli insegnanti o ai giornalisti che violano la legge sulla purezza della lingua vengono comminate multe da 10.000 a 100.000 euro. Ma la prima persona a pagare lo scotto è stata il presidente del Consiglio Giorgia Meloni: nel suo discorso di apertura al Parlamento si è definita una “umile” – nonostante le tante alternative italiane all’espressione inglese. Illegittimo anche il nuovo nome sovrano del ministero dell’Economia, che il governo Meloni ha ribattezzato “Ministero per le Imprese e il Made in Italy”.
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Anche le cose quotidiane come il bar o lo streaming moderno saranno influenzate dal divieto di Rampelli. L’opposizione non sa più se ridere o piangere per il provincialismo e l’oblio della storia di Maloney. “È difficile dirigere un partito di opposizione quando ogni giorno un nuovo oltraggio viene rivelato dalla maggioranza del governo”, ha detto Elly Schlein, il nuovo leader del Partito Democratico (PD) socialdemocratico.
Non cita solo l’iniziativa di Rampelli, ma in particolare il presidente del Senato Ignacio La Russa, che ha recentemente accusato gli autori della strage nazista del 1944 a Roma di una feroce nostalgia di Mussolini e di colpevolizzazione delle vittime. Criminali. I due veterani del Movimento post-fascista Sociali Italiano (MSI), Rambelli e La Russa, non sono presi sul serio da nessuno in Italia, ma per la leader del partito e del governo, la relativamente giovane Giorgia Meloni, i due vecchietti stanno ancora cambiando . Il problema: Meloni è al corrente delle preoccupazioni e delle riserve sul suo governo in Ue, e sa che sviluppi e dichiarazioni come quelli di Rambelli e La Russa faranno ben poco per fugare questi dubbi.
Rampelli è stato scavalcato dalla Meloni quando sono stati ridistribuiti i portafogli ministeriali, e La Russa ha dovuto scusarsi pubblicamente nel fine settimana per la sua provocazione revisionista. Ma Meloni non è affatto esente da riflessi riformisti: da quando è insediato, ha lottato duramente contro tutto ciò che è caro alla sinistra e tutto ciò che i suoi elettori conservatori-nazionalisti definiscono frivolezza modernista – su tutte, ovviamente, “l’ideologia gender” .”, ma di recente carne di laboratorio prodotta artificialmente, vietata in Italia. da fare. “Ogni giorno il governo Maloney issa una nuova bandiera ideologica invece di concentrarsi sui veri problemi del Paese”, dice Schlein, il leader dell’opposizione. A quanto pare, gli italiani lo stanno vedendo sempre di più: per la prima volta da quando ha vinto le elezioni, la Meloni ha perso diversi punti percentuali nei sondaggi.