Annette Kurchus, presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania, a Berlino quest’estate
Foto: Alleanza immagine
Le dimissioni seguono le proprie regole. Il modo in cui il presidente dell’EKD Corchos ha gestito la questione non è stato sovrano. Per questo motivo non ha potuto resistere alla pressione dell’opinione pubblica.
RLe dimissioni sono governate dalla fisica in cui operano tre forze principali: la gravità dell’accusa, la persistenza della persona in carica e i requisiti morali della posizione in questione.
Esempio computazionale: un ex consulente federale al soldo di un criminale di guerra. Colpa massima. Ma anche la perseveranza dell’ex consigliere ha raggiunto il suo limite, dicendo: “Questo errore non è affar mio”. E poiché le esigenze morali della sua carica di presidente del consiglio d’amministrazione dell’oleodotto bombardato appartenente al suddetto criminale di guerra non sono nulla, se la cava bene.
L’ex cancelliere aveva addirittura un distintivo d’onore appuntato sul bavero della giacca, perché anche gli anziani del partito credono che un uomo esperto non dovrebbe permettere a nessuno di rovinare la sua “amicizia” con un criminale di guerra.
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