Targeting: LinkedIn limita la pubblicità mirata dopo che è stata presentata una denuncia sui diritti civili

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Giampaolo Lettiere
Giampaolo Lettiere
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In futuro, LinkedIn non consentirà più agli inserzionisti di tutto il mondo di indirizzare specificamente gli utenti nello Spazio Economico Europeo (SEE) con annunci che l’operatore della piattaforma può visualizzare in base ai profili, inclusi dati personali particolarmente sensibili come preferenze sessuali o… Atteggiamenti politici o gara. . Lo ha annunciato venerdì l’organizzazione per i diritti civili European Digital Rights (EDRI). A febbraio, insieme alla Freedom Rights Foundation (GFF), Global Witness e Bits of Freedom, ha presentato una denuncia contro il social network Microsoft per una possibile violazione del Digital Services Act (DSA) a causa della pratica di targeting.

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Durante i negoziati sulla legge sui servizi digitali, una coalizione trasversale di eurodeputati e attivisti per i diritti civili ha spinto per un divieto generale della “pubblicità spia” micro-mirata. Il legislatore non è andato così lontano, ma ha vietato espressamente l’uso di categorie protette dal regolamento generale sulla protezione dei dati. LinkedIn ora vuole rispettare questo divieto. Jean Benferat, consigliere politico di EDRi, ha accolto l’annuncio come “una vittoria per la privacy e una migliore protezione delle persone dalla discriminazione mirata basata sulle loro caratteristiche sensibili”. Questo caso dimostra che la legge sulla residenza permanente può avere successo se la Commissione europea elabora le prove presentate dalla società civile con la stessa rapidità ed efficacia di quanto fa in questo caso.

Svea Windwehr della FIFA ha sottolineato che le aziende tecnologiche devono rispettare la legge sulle piattaforme fin dall’inizio. È chiaro che è necessario l’aiuto di una società civile vigile quando si tratta di sottoporre le società Internet coperte dal Digital Services Act alla “responsabilità e all’applicazione della legge europea”. Nienke Palstra di Global Witness ha invitato LinkedIn ad espandere la sua nuova linea contro le “peggiori forme di pubblicità di sorveglianza” ai suoi membri in tutto il mondo e a non limitarla all’Europa. Il targeting basato su altre categorie di dati personali rimane possibile sulla piattaforma, che, secondo le stime, è riuscita ad aumentare i suoi ricavi pubblicitari globali di un buon 10% nel 2023 rispetto all’anno precedente fino a quasi 4 miliardi di dollari ed è destinata a crescere ancora nel 2024.


(NB)

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