La particolarità: nel caso di pazienti affetti da HIV, i medici trapiantano cellule staminali da persone le cui cellule immunitarie non possono penetrare il virus HIV. La mutazione genetica li rende insensibili agli agenti patogeni perché cambia la porta attraverso la quale normalmente l’HIV entra nelle cellule. Gli scienziati ne hanno approfittato: “Il trapianto era destinato fin dall’inizio a controllare sia la leucemia che il virus dell’HIV”, afferma Guido Kobbe dell’ospedale universitario di Düsseldorf, che ha eseguito l’operazione, in un comunicato stampa dell’università.
Tuttavia, un tale trattamento è attualmente possibile solo per un numero limitato di pazienti: da un lato, perché il numero di donatori idonei che presentano la mutazione desiderata nel cosiddetto recettore CCR5 è molto ridotto e, dall’altro, perché il trapianto di cellule staminali è possibile solo nell’ambito dei numerosi rischi connessi e può essere utilizzato per curare altre malattie potenzialmente letali come il cancro. Inoltre, il trapianto di cellule staminali con una mutazione protettiva non sempre porta il successo desiderato.
Tuttavia, sarebbe teoricamente possibile generare artificialmente la mutazione desiderata nelle cellule staminali immunitarie attraverso l’ingegneria genetica mirata. Questo risolve il problema che il numero di donatori è troppo piccolo. Anche il team che lavora allo studio attuale menziona esplicitamente questa possibilità. Tuttavia, è anche necessario garantire che prima sopravvivano solo alcune delle cellule staminali originali non trasformate e, in secondo luogo, che la maggior parte delle cellule staminali immunitarie trapiantate porti la mutazione desiderata. Altrimenti, l’HIV può persistere nelle cellule suscettibili fino a quando non esplode di nuovo quando l’ART viene interrotta.