Cresce il numero dei rifugiati in Italia. Il governo ora vuole rifugi e centri di asilo più restrittivi in Albania.
Il primo ministro italiano Giorgia Meloni vuole celebrare gli importanti risultati del suo governo di destra in carica dall’ottobre 2022. Ciò include la più alta crescita economica del Paese da quando è diventato membro dell’Unione Europea, il tasso di disoccupazione più basso nella storia dell’Italia e la spesa sanitaria.
Un altro risultato post-fascista non è stato celebrato: il numero di arrivi di rifugiati. Da gennaio 2023, 153.000 persone hanno raggiunto l’Italia, principalmente attraverso la rotta del Mediterraneo centrale, più che mai dal 2016. Per fare un confronto: in tutto il 2022 sono arrivate in Italia circa 105.000 persone. Il partito ultranazionalista Fratelli d’Italia di Meloni e il suo partner, la Lega di Matteo Salvini, che è almeno altrettanto razzista, hanno promesso la fine dell’”immigrazione clandestina” sotto il loro governo nella campagna elettorale del 2022. .
Per dimostrare agli elettori che non ha dimenticato le sue promesse, Maloney sta ora adottando un approccio diverso: rendere la vita ancora più difficile ai rifugiati. La prima misura è rivolta ai minori. In precedenza, i giovani di età compresa tra i 16 e i 18 anni avevano diritto a soggiornare in strutture separate. In futuro dovranno rimanere nei campi per migranti adulti fino a cinque mesi. Lì non è possibile offrire assistenza adatta agli adolescenti.
Un’altra misura è finalizzata alla prevenzione. Il governo Meloni vuole concludere un accordo con l’Albania. A partire dal prossimo anno, circa 700 rifugiati saranno trattenuti dall’altra parte dell’Adriatico: nella città portuale di Shenzhen, nel nord dell’Albania, e a Cajadar, a 20 chilometri di distanza, in due centri finanziati e gestiti dall’Italia. Uno doveva ospitare i richiedenti asilo che dovevano sottoporsi a una “procedura accelerata”, mentre l’altro era stato progettato fin dall’inizio come centro di espulsione. Si tratta infatti di entità extraterrestri italiane presenti sul territorio albanese.
Per evitare problemi con l’UE, il governo italiano sta limitando il numero di rifugiati minacciati dalla “soluzione albanese”. Solo le persone soccorse dalla guardia costiera, dalla marina o dalla guardia di finanza dovrebbero essere inviate lì, e solo se portate fuori dalle acque dell’UE. Inoltre, nei nuovi campi sull’altra sponda dell’Adriatico non erano ammesse donne incinte e minorenni.
Nella prima fase dovranno essere creati 3.000 posti nei campi di outsourcing. L’Italia non può accogliere 36.000 rifugiati all’anno, solo per un mese. Ma l’Italia non è ancora in grado di rimandare nei loro paesi d’origine i richiedenti asilo effettivamente respinti; Alla fine di settembre 2023 la cifra per l’anno in corso era di 3.000.
Si prevede che i costi per le 720 sedi sul territorio albanese ammonteranno ad almeno 200 milioni di euro nei prossimi cinque anni. Il governo italiano parla di un “accordo storico”. Ma l’Italia ha già esperienza con “accordi storici”. L’estate scorsa la Meloni ha firmato un accordo con il presidente tunisino Gais Siem, promettendo di impedire ulteriori partenze dalle sue coste verso l’Italia.
L’accordo rimase lettera morta, ma allora – come adesso in Albania – la Meloni fece ogni sforzo per tenere i suoi elettori almeno lontani dall’Italia. Tutti gli studi attuali mostrano che i calcoli di Maloney finora funzionano.