Affitti pazzeschi e consulenze costose: ecco come Benko è riuscito a far uscire Karstadt! | soldi

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Saveria Marino
Saveria Marino
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Tempo prima di Natale. Chi attualmente entra in un grande magazzino della Galeria Karstadt Kaufhof deve affrettarsi. Ma mentre lo staff consiglia diligentemente i clienti su come trovare il regalo di Natale perfetto, molti di loro non sanno cosa li aspetta nel nuovo anno.

Il motivo: la catena di grandi magazzini appartiene al fallito impero Signa di René Benko (46). Dopo il fallimento di Signa anche il destino della Galeria Karstadt Kaufhof è incerto. Perché: si dice che Benco si sia sbarazzato della catena di supermercati! “Era come un negozio self-service”, ha detto un insider alla BILD.

Sotto René Benco la Galleria Karstadt Kaufhof fallì due volte

Foto: Foto Alleanza/Helmut Vohren

Apparentemente molte delle 110 filiali dovevano pagare affitti piuttosto esorbitanti. In media, il 19,3% delle vendite viene consumato solo dall’affitto. Gli affitti superiori al 10% delle vendite non possono essere redditizi per un grande magazzino. E: nonostante i lockdown e la crisi energetica, continua a salire! Il grande magazzino di Colonia ha pagato 15,5 milioni di euro di affitto nel 2019 e 18,6 milioni nel 2023! In questo caso si tratta del 33% del fatturato – e si prevede che l’affitto aumenterà nuovamente nel 2024!

Anche nelle altre filiali la situazione appare desolante: Francoforte paga il 26,7%, Amburgo il 21,6%, Bonn il 20,6%, Mannheim il 19,4%, Berlino Hermannplatz il 18,3% e Düsseldorf il 18,1% delle vendite.

La sede della Galeria Karstadt è in uno stato disastroso

La sede della Galeria Karstadt è in uno stato disastroso

Immagine: privata

Anche l’affitto del fatiscente edificio della sede centrale di Essen costa 4 milioni di euro all’anno – anche se, dicono gli addetti ai lavori, si può facilmente trovare spazio gratuitamente in una o più filiali.

Ogni anno la catena di grandi magazzini trasferisce a Signa un totale di circa 200 milioni di euro.

Ma questo non basta. Da almeno dieci anni Signa si avvale di costosi consulenti svizzeri nella sua catena di supermercati. Solo nell’anno finanziario 2022/2023 avrebbero ricevuto ben 17,4 milioni di euro per consulenze su temi come l’e-commerce. Per fare un confronto: con questi soldi si sarebbe potuto pagare lo stipendio di 435 rappresentanti di commercio a tempo pieno per un anno (che ciascuno, compresi gli oneri sociali, costa circa 40mila euro all’anno).

52 milioni per i consulenti e i loro partner

Si stima che i curatori fallimentari, gli altri consulenti e le spese giudiziarie dell’ultima procedura di scudo protettivo nel 2022 siano costati circa 52 milioni di euro. Inoltre ci saranno 16 milioni di euro per consulenze esterne a seguito della seconda insolvenza, a seguito della quale sono state chiuse 37 filiali e licenziati 7mila dipendenti. E anche allora gli affitti elevati di Cigna non furono adeguati!

Particolarmente doloroso: il fatturato operativo della catena di grandi magazzini ha superato quello dell’anno precedente (in ottobre con un aumento dell’8,9%, a novembre con un aumento del 9% e ora a dicembre con un aumento dell’8%). Ma nemmeno il boom degli affari natalizi riesce a tenere il passo con gli affitti di Benco.

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