Contestazione documenti Corona: l’Australia cancella il visto di Djokovic

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Benigna Baresi
Benigna Baresi
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Stato: 14.01.2022 9:09

Nella lite sulle prove di Corona, il governo australiano ha dichiarato per la seconda volta non valido il visto del tennista Djokovic. Il ministro dell’Immigrazione australiano Hawke ha affermato di essere stato anche minacciato di un divieto di visto per tre anni.

Il governo australiano ha nuovamente revocato il visto d’ingresso al tennista serbo Novak Djokovic nella lite per le prove del coronavirus. Il ministro dell’Immigrazione australiano Alex Hawke ha dichiarato il visto non valido per decisione personale.

Hook ha detto di aver preso la decisione per motivi igienici. Il ministro ha dichiarato che ciò era giustificato e “nell’interesse pubblico”. Hook ha aggiunto che Djokovic è anche minacciato di un divieto di visto di tre anni. Djokovic può impugnare la decisione in tribunale.

Ingresso con permesso speciale

Djokovic vuole prendere parte come campione all’Australian Open, uno dei tornei di tennis più importanti del mondo, che inizia lunedì. Il numero uno al mondo non vaccinato contro il virus Corona è entrato in Australia la scorsa settimana e ha fatto affidamento su un’esenzione. Le autorità federali gli avevano negato l’ingresso. Djokovic è riuscito a intraprendere un’azione legale contro questo.

Tuttavia, poiché i funzionari di frontiera non gli hanno concesso il tempo concordato per chiarire, la decisione è stata annullata in tribunale. Tuttavia, il dipartimento dell’immigrazione ha annunciato che avrebbe preso in considerazione la possibilità di annullare nuovamente il visto.

Djokovic si è allenato normalmente da allora e si è preparato per gli Australian Open. Il serbo Miomir Kekmanovic era già stato sorteggiato come avversario al primo turno. La partecipazione di Djokovic agli Australian Open non è esclusa con l’annullamento dei documenti di iscrizione, poiché il 34enne può fare ulteriore ricorso.

Djokovic nega la falsa dichiarazione intenzionale

Il caso è diventato anche un severo test di stress per la politica del paese dopo che l’Australia ha trascorso diversi mesi in stretto blocco e molti cittadini del paese non sono stati ammessi nel loro paese d’origine per molto tempo a causa di regole rigide. Djokovic ha negato la disinformazione intenzionale e il mettere a rischio altre persone, ma ha ammesso errori nella gestione del risultato positivo del test.

Via Instagram si è difeso in particolare da due accuse: non ha fornito consapevolmente false informazioni sul suo comportamento in viaggio nei 14 giorni precedenti la trasferta nel paese ospitante degli Australian Open, e non ha avuto eventi con lui a dicembre, sapendo di essere risultato positivo al COVID-19, ha visitato i bambini e si è trasferito lì senza mascherina. Djokovic ha descritto la “disinformazione” che deve essere corretta come “dolorosa e inquietante per la mia famiglia”.

Djokovic ha descritto il fatto che Djokovic abbia dichiarato erroneamente sul suo modulo di iscrizione di non aver viaggiato nei 14 giorni precedenti il ​​suo viaggio in Australia come un “errore umano”, “che certamente non era previsto”.

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