Diversi chilometri: Mercurio con un enorme strato di diamanti

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Giampaolo Lettiere
Giampaolo Lettiere
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Dopo la scoperta del pianeta Mercurio per la prima volta negli anni ’70 da parte di una sonda spaziale chiamata… Marinai 10 Fu esaminato e seguì un’altra missione in cui fu utilizzata la sonda spaziale messaggero Ha orbitato attorno al pianeta dal 2011 al 2015. La sonda si è schiantata sul pianeta molto tempo fa e non fornisce più dati aggiuntivi. Tuttavia, le registrazioni realizzate durante il periodo della missione sono ancora in fase di valutazione. Un recente articolo pubblicato sulla rivista Nature suggerisce che potrebbe esserci un enorme strato di diamanti all’interno del pianeta.

Spessa e profonda

Si dice che la formazione di questo strato cristallino sia iniziata molto tempo fa, quando Mercurio era ancora composto quasi interamente da un nucleo di magma. Durante il successivo periodo di raffreddamento, si dice che i depositi di diamanti si siano formati sempre più al confine del mantello solido. Il modello, creato da scienziati cinesi e belgi, indica che lo spessore potenziale dello strato varia tra 15 e 18 chilometri.

Tuttavia, lo spessore dello strato può variare in modo significativo anche con condizioni limite specificate. Questa tesi è diventata possibile grazie alle condizioni ambientali del pianeta: ci sono alte pressioni e alte temperature dovute alla vicinanza al Sole, che favorisce la formazione dei diamanti. Inoltre la formazione dei diamanti è facilitata dalla presenza dello zolfo, sufficientemente presente nel Mercurio.

L’ipotesi sullo strato di diamante potrebbe teoricamente essere confermata da prove di perforazione, ma questo, come l’estrazione del diamante, non è realistico nel prossimo futuro. Lo strato cristallino si trova probabilmente a una profondità compresa tra 465 e 505 km. Per fare un confronto: è stata effettuata l’operazione di perforazione più profonda mai effettuata sulla Terra A circa 12 km. Inoltre, su Mercurio non è ancora stato effettuato alcun atterraggio, in parte a causa della sua elevata temperatura superficiale di 427 gradi Celsius.

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Dopotutto: con la sonda BepiColombo è attualmente in viaggio verso il pianeta una terza missione, che rimarrà nell’orbita del pianeta dal 2025 al 2027 e fornirà quindi ancora più dati di misurazione. Tuttavia, presto potrebbe essere possibile verificare o adattare di conseguenza la teoria dello strato di diamante. In ogni caso la missione dovrebbe aiutare a comprendere meglio il pianeta più vicino al Sole.

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fonte: natura tramite Notizie quotidiane

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