Anche il pestaggio è stato uno choc nazionale: sabato scorso, poco prima del primo periodo alle otto, due studenti a Firenze sono stati picchiati davanti al liceo in ospedale. Il loro crimine: hanno litigato con i membri del corpo studentesco del partito del premier Giorgia Meloni “Azion Studenteska” che stavano distribuendo volantini davanti alla scuola.
Il video mostra lo studente, che è già caduto a terra, brutalmente picchiato e preso a calci da più aggressori. La rapina si è conclusa solo con l’intervento di un insegnante. Nel frattempo, sei sospetti vengono interrogati. Tre delle vittime sono maggiorenni e il sospettato più giovane avrebbe 16 anni.
Le reazioni all’incidente davanti al Michelangelo, il venerando liceo classico della città, si sono subito schierate a destra ea manca. Quando i legami con il fascismo sono emersi nel centrosinistra, il sindaco di Firenze Dario Nardella ha parlato di “squatrismo”, violenza di strada specificamente organizzata nei primi anni del fascismo italiano, mentre la destra ha cercato di minimizzare ciò che stava accadendo.
Si dice che ci sia stata una discussione davanti alla scuola Dal partito al potere. I loro rappresentanti fiorentini condannarono vagamente “la violenza di ogni tipo” e chiamarono gli anni ’70 tra le righe. “Nessuno desidera ardentemente la fase di violenza politica che ha segnato a lungo la storia d’Italia”. Il movente era chiaro: allora la violenza di strada di destra e di sinistra non dava molto.
Nel frattempo, però, sembra certo che la violenza sia arrivata esclusivamente dal lato anonimo del franchise. Secondo la ricostruzione della polizia e dei media, l’unica aggressione degli studenti aggrediti è stata quella di indignarsi per il contenuto dei volantini e aggiungere: “Sogna, combatti, distinguiti, vivi nella realtà”, si legge. L’intera cosa celtica è abbellita da una croce, un simbolo distintivo dell’estrema destra.
Il capo mette in guardia contro “noi” contro “loro”.
Alla scossa di lunedì ne è seguita un’altra di giovedì: dopo giorni di tuoni dal campo governativo di Roma, una lettera di un preside di una scuola di Firenze offre ora al ministro della scuola l’opportunità di commentare – pur senza esprimere rammarico – sulle violenze.
Il giorno dopo il delitto, Annalisa Savino, direttrice del Liceo scientifico Leonardo da Vinci, si è rivolta agli studenti e ai genitori della sua scuola: si augura che tutti vengano a conoscenza dei fatti e delle sparizioni “davanti a una scuola come la nostra” . Le reazioni hanno creato la propria immagine.
Ma ha voluto ricordare: «Il fascismo in Italia non è nato in comizi di diverse migliaia di persone. È cominciato su qualche marciapiede, colpito da motivazioni politiche, da passanti indifferenti abbandonati a se stessi.
Odio l’indifferenza, diceva l’italiano Antonio Gramsci, che i fascisti imprigionarono a morte perché la forza dei suoi pensieri li minacciava come conigli.
Da una lettera di un preside fiorentino Annalisa Savino ai loro studenti
Occorre sempre resistere a tale violenza, anche in tempi di incertezza come la dittatura. Ha aggiunto: “Coloro che hanno a cuore il valore dei confini, coloro che apprezzano il sangue degli antenati contro gli altri e coloro che costruiscono muri devono essere individuati, nominati e combattuti, con il potere dell’educazione e del pensiero”.
Il ministro della scuola cerca di politicizzare la scuola
Troppo per il ministro della scuola Giuseppe Valditara, deputato della “Lega”, ex amico di Melonis nel partito d’avanguardia Alleanza nazionale: l’Italia “non sta scivolando nella violenza e nel totalitarismo”, ha detto. in televisione.
“Non spetta a un editore diffondere tali notizie”, ha detto, definendo la sua lettera “completamente inappropriata” e una minaccia fascista “ridicola”. Il ministro ha continuato a minacciare: l’affermazione della direttrice, “spero di non avere più un posto a scuola”, è espressione di politicizzazione. Tuttavia, se questo è il caso, vediamo se c’è qualche azione da intraprendere.
Le reazioni sono state violente: sono state proprio queste velate minacce a tradire il “clima totalitario di intolleranza” che il governo stava diffondendo, racconta Gianfranco Pagliarulo dell’Associazione Partigiani Italiani. Valditara tace sugli attacchi dei fascisti, “invece oggi minaccia un preside di misure punitive”, ha detto domenica Stefano Bonacini, che vuole diventare capogruppo del Pd socialdemocratico.
Obiezione: Maloney include criminali violenti
La Bonacini ha anche denunciato il silenzio del capo del governo – che di recente lo ha elogiato come “dotato” di infastidire i compagni di partito: “Così facendo difende di fatto i criminali violenti e incolpa chi vi si oppone in nome della democrazia. E dell’antifascismo Vuole tacere?
Aspettalo. In effetti, questo incidente mostra la duplicità del suo governo e della sua persona. Meloni ha a lungo evitato la retorica estremista di estrema destra, segnando punti con una lealtà incrollabile alla coalizione e all’UE, solidarietà con l’Ucraina e una presenza vincolante all’estero. Il suo fermo rifiuto di parlare chiaramente delle radici fasciste – e non di qualche derivazione – del partito da lui fondato dieci anni fa è spesso visto in Italia come un piccolo gesto nei confronti della nostalgia fascista e dei falchi di FdI.
Ora è importante: Azione studentesca, dai teppisti fiorentini, va alle organizzazioni giovanili del Msi, una festa in cui si sono riuniti molti adulti nostalgici dell’Italia e della caduta del regime di Mussolini dopo la liberazione dell’Italia dal fascismo. Nel 2008, i sostenitori di AS hanno assediato e occupato la sede del sindacato degli insegnanti per protestare contro il brutale potere dei sindacati e degli insegnanti.
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