Il ministro della Cultura dichiara Dante fondatore del pensiero di destra

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Piero Esposito
Piero Esposito
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KNiente è più convincente della rabbia italiana Dante Alighieri. Non solo era l’italiano più famoso, era il santo nazionale letterario d’Italia. La lettura della Divina Commedia è obbligatoria nelle classi scolastiche, c’è una festa in suo onore, e il 700esimo anniversario del poeta nel 2021 è stato celebrato con tutto il rispetto. Quindi il ministro della cultura italiano Gennaro Sangiuliano può essere sicuro che la sua dichiarazione abbia suscitato scalpore. In una riunione milanese del suo partito, i “Fratelli d’Italia”, Dante si dichiarò “il fondatore del pensiero di destra” in Italia. Le reazioni sono state grandi, ma non nel modo in cui Sangiuliano aveva previsto.

Deuce con ornamenti di alloro del poeta

Anche Sangiuliano doveva sapere che Dante, esiliato nel 1302, sollevava questioni che non si addicevano alla destra romana, ha detto il parlamentare della Sinistra verde Angelo Bonelli. Georgia Meloney essere; Raffaella Pietà di Italia Viva ha scritto ironicamente su Twitter che Sangiuliano sembrava avere problemi con la sua conoscenza della storia e Meloni con la sua scelta dei ministri. Sui social abbondano i collage fotografici del Duce con il famoso copricapo di alloro del poeta, e “Anche Dante ha fatto buone azioni”, riferendosi al diffuso sminuimento di Mussolini. In realtà, non è il primo. Un tentativo di politicizzare Dante.

Durante il fascismo, i seguaci di Mussolini adattarono l’enigmatico “Veltro” del Deus du Dante dalla Divina Commedia (Inferno, Canto 1, versetto 105) per bandire il male. Lunedì Sangiuliano ha fatto marcia indietro in una lettera al Corriere della Sera. Il ministro della Cultura ammette che le divisioni politiche tra “destra” e “sinistra” sono nate naturalmente secoli dopo la morte di Thande. Si potrebbe definire Dante un “conservatore”, ma il suo profondo mondo di pensiero non è adatto a una “commedia”, e le sue idee non sono così facili da trasferire nel mondo di oggi.

Secondo Sangiuliano, se la sua “provocazione” porta l’uno o l’altro a riprendere gli scritti di Dante, è “una buona decisione”. Il ministro della Cultura non ha torto. Se intende le provocazioni come suggerimenti di lettura, può farlo Italia Preparati per ulteriori discussioni.

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