Il Parlamento europeo ha condannato la retorica anti-LGBTIQ in Italia, paragonando il paese all’Ungheria e alla Polonia. L’opposizione si sente vendicata e il governo fuorviato.
Giovedì, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che porrebbe fine alla proliferazione della “retorica anti-diritti, anti-sessista e anti-LGBTIQ” che alcuni influenti personaggi politici e governi dell’UE, tra cui Italia, Ungheria e Polonia, hanno condannato.
“Il Parlamento esprime la sua preoccupazione per gli attuali movimenti retorici contro i diritti umani, l’uguaglianza di genere e LGBTIQ in tutto il mondo, alimentati da alcune figure politiche e religiose in tutto il mondo, inclusa l’Unione Europea”, si legge nel testo.
Inoltre, “tali movimenti ostacolano in modo significativo gli sforzi per la criminalizzazione generalizzata dell’omosessualità e dell’identità transgender, poiché legittimano la retorica secondo cui le persone LGBTIQ sono un’ideologia e non umane”.
“I recenti eventi in Uganda e le leggi discriminatorie, compresa la pena di morte sui diritti LGBT, paragonare l’Italia a un’autocrazia è un crimine enorme per un paese democratico e civile come il nostro”, ha detto a EURACTIV Patrizia Marrocco, eurodeputata del partito al potere Forza Italia.
“Il governo di centrodestra non si sposterà di un centimetro dalla destra Lgbt e non discriminerà nessuno in base al proprio orientamento sessuale. Basta con le parole sterili: non c’è dramma o propaganda in questioni così delicate”, ha detto l’eurodeputato, che è anche membro della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati.
All’opposizione, invece, il Partito Democratico (PD/Socialisti & Democratici) ha da tempo segnalato il “pericoloso scivolamento” della destra italiana verso modelli di governo come il primo ministro ungherese Viktor Orbán e il suo omologo polacco Mateusz Morawiecki.
“Il Parlamento europeo conferma quello che già sappiamo molto bene in Italia: per le decisioni sbagliate del governo di destra, non solo, ma ci stiamo avvicinando alle posizioni del Gruppo di Visegrad”, ha detto la senatrice Cecilia D’Elia. . (PD/S&D) di EURACTIV.
“Lo Stato fondatore dell’Unione Europea non può tollerare questa deriva e noi continueremo a contrastarla con tutte le nostre forze”, ha aggiunto.