L’ordinamento si riferisce a precedenti inondazioni
Questa classificazione, con i pezzi più spessi in basso, è caratteristica dei materiali che sono stati trasportati dall’acqua e poi abbattuti. Prima le grosse rocce affondano sul fondo, poi quando l’acqua si calma, seguono rocce più piccole, ciottoli, sabbia e fango. Lo spessore dello strato superiore è di circa 20 metri e lo strato inferiore a 50 metri. Secondo il gruppo di lavoro, i dati radar indicano che nello strato inferiore a una profondità di 80 metri possono esserci detriti rocciosi di dimensioni fino a diversi metri.
Il team di Li ha determinato indirettamente l’età dei sospetti sedimenti alluvionali. Sulla base del numero e delle dimensioni dei crateri presenti nell’area, si è concluso che circa 1,6 miliardi di anni fa l’area era ricoperta da uno strato di circa 40 metri di spessore. Questo si adatta bene alla sommità dei due strati stratificati, che si sarebbero depositati quando Marte aveva già un clima fresco e relativamente secco. Il substrato roccioso più spesso potrebbe avere circa 3,2 miliardi di anni, sulla base di stime simili provenienti da grandi crateri. Al di sotto di entrambi c’è la più antica Formazione Vastitas Borealis, che si propone come possibile residuo di un oceano settentrionale perenne.
I risultati del radar terrestre indicano quindi la probabile cronologia dell’acqua in Utopia Planitia. Una volta di conseguenza L’oceano gigante copre le pianure dell’emisfero settentrionale di Marte. Mentre Marte diventa più freddo e più secco, il mare è scomparso. Ma altre due volte, enormi inondazioni che hanno spazzato via fango e detriti hanno riempito temporaneamente l’area di acqua. Infine, è rimasta una piana glaciale asciutta, dove le tracce raccontano solo a chi conosce il passato umido.
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