Roma Il 7 gennaio circa un migliaio di neofascisti hanno marciato a Roma per commemorare i tre “compagni caduti” uccisi in un attentato del 1978 da parte di terroristi di sinistra. Nella commemorazione – come sempre nei raduni dei neofascisti italiani – è stato esposto il “Saludo Romano”, il saluto romano con la mano destra tesa. È simile al saluto hitleriano in Germania. La polizia non è intervenuta nella bizzarra commemorazione e il primo ministro Giorgia Meloni, capo del gruppo post-fascista Fratelli d'Italia, tace ancora oggi. Da allora il dibattito sul saluto fascista ha continuato a infuriare in Italia.
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Il procedimento davanti alla Corte di Cassazione di Roma, la più alta corte italiana, giovedì ha riguardato un incidente quasi identico a Milano. Un'altra commemorazione dell'”uomo caduto”. Romano”. La prima volta furono assolti dalla magistratura milanese, la seconda condannati per “esaltazione del fascismo”. Ora il caso di Milano va riconsiderato: non è reato penale mostrare il fascismo solo in occasione di manifestazioni commemorative, e c'è un “certo pericolo” che venga rifondato un partito fascista. La Corte di Cassazione ha deciso che no.
Il saluto fascista è consentito durante le commemorazioni se non esiste un “pericolo concreto”.
In Italia la “glorificazione del fascismo” è punibile con due leggi. La legge Schelba del 1952 vieta la creazione di un nuovo partito fascista e la diffusione della propaganda fascista. La Legge Mancino del 1993, che recepisce da parte dell'Italia la Convenzione di New York contro la discriminazione razziale, proibisce, tra le altre cose, “manifestazioni di organizzazioni che incitano alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”. Quando si tratta di propaganda fascista o di fondazione di un nuovo partito fascista, la situazione giuridica è relativamente chiara. Solo: il culto fascista non è espressamente vietato né nella legge Scelba né nella legge Mancino.
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Ex deputato socialdemocratico Emanuele Fiano, il cui padre fuggì dal campo di concentramento di Auschwitz, definisce la decisione della Corte di Cassazione “a due facce”. Nell'ultima legislativa Fiano ha introdotto una legge con la quale il gesto fascista – che è appunto il “saludo romano” – verrebbe espressamente punito. Naturalmente la libertà di espressione deve essere garantita; Non tutti i saluti fascisti dovrebbero essere puniti, insiste Fiano. “Ma quando mille persone si uniscono e compiono questo gesto significativo e violento allo stesso tempo, non è più un ricordo innocuo. Ma una mossa politica.”
Georgia Meloni: Una donna per nulla immune da riflessi revisionisti
Ogni anno in Italia si contano decine di azioni politiche di questo tipo, e il “Corriere della Sera” teme che ce ne saranno altre in futuro dopo la sentenza della Corte. Dopotutto, una donna alla guida del governo a Roma per 15 mesi non era affatto immune da riflessi revisionisti. Georgia Meloney non ha mai mostrato alcuna adorazione fascista e si tiene lontana dalle manifestazioni neofasciste. Ma come per tutti i suoi compagni di partito, è molto difficile riconoscere l’antifascismo come un valore sancito dalla Costituzione italiana.
Carlo Calenda, politico centrista ed ex ministro per lo sviluppo economico, ha detto ieri: “Il problema non sono i fascisti in Italia, ce ne sono in tutti i paesi. Il nostro vero problema è la cultura e molti italiani credono ancora che il fascismo in realtà avesse i suoi lati positivi e l'unico errore di Mussolini fu quello di allinearsi con Hitler.” Più di cento anni dopo l'avvento di Mussolini al potere, le “Corrie della Sera” finalmente “aprirono nuovo capitolo” perché gli italiani possano ancora comprendere la loro storia. Ha scritto ieri con tono rassegnato che non ce la faceva.
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