“La teoria del tutto”: il mistero del nuovo multiverso del cinema

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Ersilia Toscani
Ersilia Toscani
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1965: un fisico e il suo supervisore del dottorato si recano in un remoto albergo di montagna in Svizzera per partecipare a una conferenza. È stata annunciata una conferenza pionieristica sulla meccanica quantistica. Ma l’oratore è in ritardo. Mentre passi il tempo aspettando, chiacchierando, mangiando, festeggiando e guardando le montagne, accadono cose strane: le persone scompaiono, hanno incidenti, vengono uccise e riappaiono, apparentemente cambiate. Il film “La teoria del tutto” sarà proiettato nelle sale cinematografiche a partire dal prossimo 26 ottobre.

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Uno studente di dottorato (Jean Polo di Lindenberg), lavorando su una sua formula universale ma senza fare reali progressi, si imbatte in enigmi. Oltre a uomini misteriosi con cappotti neri e cappelli neri. Sotto l’influenza di minacciose formazioni nuvolose. Una bruna misteriosa (l’inglese nata a Parigi Olivia Ross) solleva altre domande e le risposte sembrano trovarsi sotto la montagna.

Nei primi minuti lo spettatore riceve un’accesa introduzione: parla del multiverso, di persone che viaggiano attraverso i mondi e quindi attraverso il tempo. Il film è intriso di così tanto: contenuto di ricordi del nazionalsocialismo, di nomi come Niels Bohr, di radioattività. Con i romanzi gialli di Hitchcock, in cui una persona innocente è coinvolta nei crimini. Visivamente con il cinema espressivo caratterizzato da registi come Murnau con il gioco di luci e ombre – soprattutto grazie alla decisione di produrre un film in bianco e nero. Mi viene in mente il paragone con la “Montagna magica” di Thomas Mann e il suo appartato sanatorio. E pensi a un “mondo su un filo” con i suoi mondi virtuali e tanti specchi e sigarette sparsi ovunque.

Il regista Tim Krueger si ispira molto. Anche se alcune cose non le ha nemmeno viste. Come il film di Hitchcock “I Fight for You”, che tratta dei traumi infantili e della scena sciistica, o la serie tedesca Netflix “Dark”, che tratta dei viaggi nel tempo. Vuole mostrare un mondo familiare minato dalla falsità, Lo racconta al quotidiano Berliner Morgenpost.

Temi attuali avvolti in un panorama da sogno che ricorda il grande cinema hollywoodiano di epoche passate. “A Movie Like Suitcase of Surprise” suscita entusiasmo in NDR, ovviamente FAZ riconosce in modo intelligente: Soprattutto, è un film sul cinema. Ci vogliono molti anni per sviluppare tutte le idee e visioni in qualcosa di globale – e finanziarlo con l’aiuto di molti donatori: società di produzione, sponsor ed emittenti televisive.

Ancor prima che il film finisse, fu invitato a Venezia. È stato presentato in anteprima al famoso festival qualche settimana fa. Ora viene regolarmente proiettato nei cinema. “La teoria del tutto” è la parte centrale di una trilogia sciolta. Inizia con “The Ruined Heart”, ambientato nel 1929, e dovrebbe terminare con “The Last Radio”.


(Là)

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