Le parti italiane si uniscono contro il divieto dei motori a combustione – EURACTIV.de

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Piero Esposito
Piero Esposito
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I partiti italiani e diversi ministri di tutti gli schieramenti politici hanno criticato il Parlamento europeo per aver recentemente approvato una legislazione che vieterebbe di fatto la vendita di nuovi veicoli a benzina e diesel nell’UE a partire dal 2035.

La scorsa settimana, i membri del Parlamento europeo hanno votato a maggioranza ristretta per eliminare gradualmente i veicoli con motori a combustione interna nel trasporto passeggeri a partire dal 2035.

La decisione è “folle e inquietante”, soprattutto “contro l’industria e i lavoratori italiani ed europei” e vantaggiosa per le aziende e gli interessi cinesi, ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini (Lega/Id) della nuova legge Ue.

A sinistra dello spettro politico, l’ex premier Romano Prodi criticato in un’intervista a un giornale Il Messaggero Una decisione inaspettata del Parlamento Ue.

Questo punisce l’Italia secondo Prodi. “Causerà più di 50.000 perdite di posti di lavoro e gravi danni alla nostra bilancia commerciale”.

“Mi chiedo se decisioni così drastiche in un periodo di tempo così breve siano le migliori decisioni da prendere per proteggere il futuro del nostro pianeta”, ha aggiunto.

Prodi si allinea con alcuni esponenti del centrodestra, tra cui il ministro delle Imprese Adolfo Urso, che ha definito “miope” e “ideologica” la decisione di Bruxelles.

“La guerra in Russia avrebbe dovuto insegnarci qualcosa. Non puoi fare affidamento sugli altri: ieri sulle fonti energetiche russe, oggi sulla tecnologia verde cinese”, ha detto in un’intervista. La Stampa.

“Crediamo fermamente che raggiungeremo questi obiettivi e nei tempi stabiliti, ma dobbiamo essere flessibili e flessibili in termini di posizioni”, ha aggiunto.

Incoerenza?

Nel giugno 2022, il governo dell’allora primo ministro Mario Draghi ha sostenuto un approccio comune approvato dagli Stati membri dell’UE.

Durante i negoziati a Bruxelles, l’Italia era relativamente isolata con la sua posizione, ma il governo italiano è stato in grado di difendere i punti cercati in colloqui tripartiti con la Commissione, il Consiglio e il Parlamento europeo e trovare un accordo di compromesso.

Il 23 novembre, quando il governo Meloni ha rappresentato l’Italia a Bruxelles, i rappresentanti degli Stati membri hanno dato il via libera all’accordo, che è stato poi approvato dal Parlamento europeo.

L’eurodeputato democratico Brando Benifei (PD/S&D) ha sottolineato che i partiti di centrodestra al Parlamento europeo hanno votato contro il regolamento UE, mentre un rappresentante del governo italiano non era contrario mentre parlava a una riunione del comitato preparatorio degli Stati membri. È.

“Siamo di fronte a un tentativo di strumentalizzazione politica del dibattito che è fondamentale per il futuro dell’industria italiana ed europea. Piuttosto che nascondersi dietro una posizione priva di una solida visione di politica industriale incoerente e lungimirante, dobbiamo riconoscere la responsabilità di chi governare il paese”, ha detto Benifi del governo.

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