La coalizione di destra al potere in Italia vuole allentare i regolamenti sulla caccia per protestare contro quella che la lobby degli allevatori ha definito una “invasione” di cinghiali.
I cinghiali sono sempre facili da avvistare in campagna. Nel frattempo, però, stanno conquistando anche il centro di Roma, ispirati dai cassonetti della spazzatura cronicamente traboccanti della “Città Eterna”.
Un emendamento sostenuto dal partito Frati in Italia (FTI) del primo ministro Giorgia Meloni consentirebbe la cattura e l’uccisione di animali selvatici nelle aree urbane e protette.
Gli agenti di polizia locale e regionale, la polizia forestale nazionale e i cacciatori privati autorizzati possono partecipare alle campagne.
La misura è stata inclusa in un emendamento alla proposta di bilancio 2023, vista da Reuters mercoledì. Il budget dovrebbe essere approvato entro la fine di quest’anno.
L’emendamento afferma anche che la fauna selvatica cacciata può essere mangiata se i funzionari sanitari la ritengono sicura per il consumo umano.
La lobby degli allevatori Coldretti ha accolto con urgenza la riforma “poiché le città e le campagne italiane sono invase da 2,3 milioni di cinghiali”.
Ettur Brindini, capo di Coldretty, ha detto che i cinghiali si stanno avvicinando a case, scuole e parchi, distruggendo i raccolti, attaccando il bestiame e causando incidenti stradali.
Il parlamentare di FDI Francesco Michelotti ha affermato che solo coloro che sono motivati da una “cieca ideologia ambientale” o che vivono in aree urbane civilizzate possono opporsi alla mossa.
Il leader del gruppo dei Verdi Angelo Bonelli ha definito la legge una concessione alla lobby della caccia e una violazione della costituzione italiana e delle norme UE sulla protezione della natura.
“Torneremo a litigare in parlamento, ma abbiamo preparato una denuncia all’Unione Europea”, ha detto Bonelli, aggiungendo di essere certo che Bruxelles intraprenderà un’azione legale contro l’Italia.
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