Stato: 09.11.2022 02:07
I paesi dell’Unione Europea hanno concordato standard di emissioni più severi. Secondo la presidenza del Consiglio ceco, il Parlamento europeo e gli Stati membri hanno concordato obiettivi più ambiziosi entro il 2030 nell’Effort Sharing Act.
Le emissioni dannose per il clima in settori quali edifici, trasporti, agricoltura e rifiuti devono essere ulteriormente ridotte in futuro nell’UE. In serata, i Paesi dell’UE e il Parlamento europeo hanno approvato la cosiddetta legge sulla condivisione degli oneri, come annunciato dalla Presidenza del Consiglio ceco.
Afferma che i paesi dell’UE devono ridurre più rapidamente le emissioni dannose per il clima in determinati settori entro il 2030. Quanto rigorosi siano gli obiettivi dei paesi dipende, tra l’altro, dalla forza economica dei singoli paesi.
L’obiettivo di riduzione per la Germania, la più grande economia d’Europa, è stato portato dal 38 al 50 per cento, mentre il paese più povero dell’UE, la Bulgaria, ha un obiettivo del 10 per cento.
Sperando in maggiori incentivi al risparmio
“L’accordo di oggi crea chiarezza sugli sforzi richiesti in ciascuno Stato membro e garantisce solidarietà nel raggiungimento degli obiettivi climatici europei”, ha affermato Frans Timmermans, commissario europeo per il clima.
I settori regolamentati sono responsabili del 60% delle emissioni di gas serra nell’Unione Europea. Le regole mirano a creare incentivi per misure aggiuntive per ridurre le emissioni di anidride carbonica (CO2).
Riparare parte del grande pacchetto climatico
La decisione deve ancora essere formalmente approvata prima che la legge possa entrare in vigore, ma questa è considerata una formalità. Il regolamento fa parte del grande pacchetto climatico “fit for 55” introdotto lo scorso anno dalla Commissione dell’Unione Europea. L’obiettivo è che l’UE riduca le proprie emissioni del 55% entro il 2030 rispetto al 1990 e non emetta alcuna emissione entro il 2050.
Altre parti di “Fit for 55” come l’espansione dello scambio di quote di emissione – in cui l’industria deve pagare per le emissioni di anidride carbonica – sono ancora in fase di negoziazione da parte di stati e parlamento.