Una grave battuta d’arresto negli sforzi della Commissione Europea per fermare l’immigrazione forzata dal Nord Africa verso l’Italia – e quindi verso l’UE.
Sebbene il governo tunisino abbia accettato di fermare le attività criminali dei trafficanti di esseri umani in cambio di aiuti finanziari, la corsa dei migranti attraverso il Mediterraneo non è diminuita. Ma: drammaticamente.
Più di 100 barconi di rifugiati, la maggior parte provenienti dalla Tunisia, sono arrivati sull’isola italiana di Lampedusa, già sovraffollata, solo nel fine settimana. Secondo i dati delle Nazioni Unite, quest’anno sono arrivati in Italia complessivamente 105.131 rifugiati marittimi. Potrebbero essere 140.000 entro la fine dell’anno, dodici volte di più rispetto al 2019, anno pre-coronavirus.
Anche la provenienza degli immigrati è registrata statisticamente: più di 70.000 provenivano dalla Tunisia. Circa tre quarti erano uomini adulti, provenienti principalmente da Guinea, Costa d’Avorio, Egitto e Tunisia.
Dopo l’accordo sulla stretta di mano, il numero è aumentato
Problema principale: dopo l’accordo sulla migrazione tra UE e Tunisia, la situazione è peggiorata.
Secondo il ricercatore sull’immigrazione Matteo Villa (Istituto di Milano ISPI), sei settimane prima dell’accordo sull’immigrazione, 17.569 migranti provenienti dalla Tunisia avevano raggiunto l’Italia via mare. Nelle sei settimane successive, il Ministero degli Interni italiano ne ha segnalati 29.676, con un aumento del 69%.
Ciò solleva la domanda: il governo di Tunisi potrà arginare il flusso di migranti? O forse non lo vuole (ancora)?
Così Tunisi spiega le cifre oscure
I politici dell’UE temono che Bruxelles abbia promesso centinaia di milioni di euro. Manfred Weber (51, CSU/PPE), leader dei conservatori al Parlamento europeo, ha incontrato martedì a Tunisi il presidente dittatoriale Kais Saied (65). Il politico della CSU ha parlato di un buon dialogo in un clima di rispetto, ma il suo messaggio è stato chiaro. Weber alla BILD: “I numeri devono diminuire, altrimenti il denaro non può circolare.
La parte tunisina ha interpretato i numeri di agosto come una sorta di effetto dell’ultima possibilità: i trafficanti e molti migranti, presi dal panico per il nuovo accordo, hanno agito secondo il motto “ora o mai più”.
Weber ritiene che questa tendenza avrà successo, ma sostiene una nuova politica di vicinato nei confronti della Tunisia e del Nord Africa. È sempre più irritato dal dibattito politico in Germania, da destra e da sinistra: “Abbiamo molte persone emotive o moralizzanti su questo argomento. Ma abbiamo pochissime persone che cercano di risolvere i problemi.
Il sostegno arriva da Daniel Kaspary (47), leader del gruppo CDU/CSU al Parlamento europeo. Si aspetta maggiori sforzi da Tunisi. Gaspary alla Bild: “I prossimi giorni e settimane dimostreranno se la lotta alla tratta è seria. L’Ue non deve lasciarsi ingannare”.
Jan-Christoph Oetjen (45), portavoce della politica migratoria del FDP, vede la Tunisia sotto pressione affinché agisca e dice alla BILD: “Gli accordi migratori con paesi terzi sono vitali per l’UE oggi e in futuro”. Questi accordi non sono “vie a senso unico”: “I partner dell’UE devono aderire ad accordi standard”.
La Commissione europea continua a fare affidamento sul Trattato
Pochi giorni fa la Commissione Ue ha espresso la sua “preoccupazione” per la situazione, ma si è astenuta dal rilasciare dichiarazioni forti. Non esiste ancora un accordo, una dichiarazione di intenti, ha detto martedì alla BILD.
La posta in gioco per il potere della presidentessa dell’Ue Ursula van der Leyen (64) è alta: l’accordo dovrebbe infatti diventare un modello per accordi sull’immigrazione con altri paesi della regione, per frenare finalmente l’immigrazione incontrollata ed eliminare la base commerciale dei trafficanti e dei trafficanti. morti nel Mediterraneo.
Un fattore di rischio: la Tunisia potrebbe non essere così entusiasta di ricevere aiuti da Bruxelles come lo era a luglio, ora che è stato scoperto un nuovo donatore: l’Arabia Saudita.
Secondo un rapporto “Frankfurter Allgemeine Zeitung” (FAZ) In totale mezzo miliardo di dollari tra prestiti e aiuti diretti. Prerequisiti: No….