Shanghai si sveglia dal lockdown
Omicron paralizza l’industria cinese
16/5/2022 05:26
Essendo l’unico paese al mondo, la Cina sta ancora perseguendo la strategia di eliminare il COVID-19. Ma sempre più lockdown e test di massa hanno delle conseguenze: chi sta seduto isolato in casa non può lavorare.
Le restrizioni legate alla corona e le continue strozzature nell’offerta hanno rallentato la produzione industriale cinese ad aprile. I dati del National Bureau of Statistics hanno mostrato che la produzione nella seconda economia più grande del mondo si è ridotta del 2,9% su base annua il mese scorso. Si tratta di una diminuzione significativa rispetto all’aumento del 5,0 per cento di marzo. Gli analisti intervistati da Reuters avevano previsto una crescita dello 0,4%.
Le aziende in Cina stanno ancora una volta lottando con la carenza di forniture e l’aumento dei costi a seguito di un rigido blocco per contenere l’epidemia di Omicron. Nemmeno il retail può fungere da motore di crescita: i consumi sono diminuiti dell’11,1 per cento ad aprile rispetto all’anno precedente. Gli analisti intervistati da Reuters si aspettavano un calo del 6,1% dopo una contrazione del 3,5% a giugno. Il governo di Pechino ha inasprito le restrizioni sociali per contenere il virus, che sta colpendo in particolare il settore dei servizi.
Dopotutto, ci sono segnali di un leggero allentamento: secondo le informazioni del governo, la metropoli finanziaria cinese di Shanghai dovrebbe tornare gradualmente alla normalità entro il 1° giugno. Il vice sindaco Cong Ming ha affermato che in 15 dei 16 distretti della città non ci sono stati ulteriori casi di coronavirus al di fuori delle aree di quarantena. Lunedì riapriranno supermercati e farmacie e le scuole dovrebbero riprendere gradualmente le lezioni in presenza. Le restrizioni alla circolazione rimarranno inizialmente in vigore per prevenire il rischio di un nuovo focolaio. A differenza di altri paesi, la Cina ha una rigorosa strategia anti-coronavirus.