Chiunque sia fuori in Spagna in estate se ne accorgerà: dalle 14:00 alle 16:00 o anche alle 17:00 abbastanza spesso, in alcuni luoghi non succede nulla, le porte rimangono chiuse. Riapre solo più tardi, ma anche un po’ più a lungo, dato che la serata vera e propria non inizia prima delle 21:00 circa. Durante l’orario di chiusura, gli spagnoli fanno la tradizionale siesta, un pisolino dopo il brunch, anche a causa del caldo soffocante in questo momento, quando quasi nessuno vuole uscire volontariamente.
Ma da dove viene la voglia di fare un pisolino, quindi perché ci sentiamo assonnati quando fa caldo? Un gruppo di ricerca della Northwestern University nello stato americano dell’Illinois ha ora dimostrato che questa tradizione perenne, che tenta i residenti delle regioni più settentrionali, può avere cause biologiche. Negli esperimenti sugli animali Usando i moscerini della frutta, gli scienziati hanno scoperto che i loro cervelli hanno una specie di circuito del termometro che li rende assonnati se esposti a calore estremo. Il pisolino ha quindi un interessante background neurologico, che sembra essere efficace anche in organismi più primitivi dell’uomo.
volare rete neurale aiuta
Perché l’esperienza ha dimostrato che i moscerini della frutta tendono anche a fare un pisolino a metà giornata nelle giornate calde. Questo comportamento è stato programmato, come mostra la rete neurale simulata che ora esiste delle 100.000 cellule cerebrali della mosca. I sensori di temperatura sembrano essere divisi in caldo e freddo. colui il quale Termometro cerebrale per il freddo I ricercatori avevano già esaminato due anni fa. Tra le altre cose, può essere in parte responsabile del fatto che alcuni animali vadano in letargo.
La temperatura ideale per i moscerini della frutta è di 25°C. Se la temperatura aumenta, i “recettori assoluti del calore” interagiscono e gli animali iniziano ad adattare il comportamento della loro attività. “I cambiamenti di temperatura hanno potenti effetti sul comportamento sia negli esseri umani che negli animali”, afferma Marco Gallio, professore associato di neurobiologia al Weinberg College of Arts and Sciences e coautore dello studio. La temperatura può anche avere “gravi effetti” sul sonno, incluso il letargo. Le aree specifiche del cervello responsabili di questi compiti devono ora essere identificate. Nella Drosophila è stato identificato un neurone che sembra combinare temperature calde e fredde per influenzare il sonno. Potrebbe diventare un punto di partenza per ulteriori studi e quindi fornire maggiori indicazioni sulla necessità umana di un pisolino o di una fase di riposo nelle giornate calde.
(BA)
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