Un uomo ha ucciso la sua ragazza nel Nord Italia. Un numero insolitamente elevato di persone protesta contro il femminicidio e condanna il ruolo del governo.
La sera dell’11 novembre Giulia Cechetin è uscita con l’ex fidanzato Filippo Turetta, con il quale è rimasta in stretto contatto nonostante la loro rottura ad agosto. Ore dopo, il 22enne è stato pugnalato a morte da Touretta.
Si tratta di uno degli oltre 100 femminicidi già avvenuti in Italia nel 2023. Ma ha scosso il Paese come mai prima d’ora. I due scomparvero senza lasciare traccia per una settimana, poi il corpo della giovane fu ritrovato in una valle alpina. Domenica in Sassonia-Anhalt è stato arrestato un uomo che ha avuto un guasto in autostrada con la sua Fiat Punto.
La cosa più scioccante per molti italiani è stata l’apparente naturalezza dell’autore del reato. Lui e Giulia vivevano vicino a Padova, nel nord Italia, dove si incontrarono all’università e presto diventarono una coppia. Ma a febbraio Giulia ha rotto con Filippo a causa del suo maniaco del controllo alimentato dalla gelosia. Ma non ha mai alzato una mano contro di lei.
L’Italia ha reagito all’omicidio in un modo senza precedenti: lunedì sera migliaia di persone si sono radunate nella città natale di Giulia per una fiaccolata, lo stesso giorno circa 2.000 studenti si sono riuniti all’Università di Padova per festeggiare. , ma con un “minuto rumore”. Condannare altri femminicidi.
Gli uomini sono solitamente al centro della discussione
Allo stesso tempo, esiste un dibattito pubblico più ampio sulle cause della criminalità. Una delle voci più importanti è quella della sorella della vittima. Il criminale “non è un mostro”, dice. Riguarda la “cultura dello stupro” patriarcale e i modelli di comportamento più naturalmente accettati. E lo Stato è in parte colpevole di non aver fatto nulla al riguardo.
Con ciò ha avviato un dibattito interamente maschilista. L’opposizione di sinistra ritiene che le scuole debbano finalmente includere nei programmi di studio non solo l’educazione sessuale, ma anche “l’educazione emotiva”. Come prima reazione, il Ministero dell’Istruzione ha ordinato martedì un minuto di silenzio in tutte le scuole del Paese.
Ignacio La Russa, presidente del Senato dai tempi del partito post-fascista Fratelli d’Italia del primo ministro Giorgia Meloni, ora vuole una manifestazione “di soli uomini” contro il femminicidio. Non ha rivelato se anche suo figlio Leonardo fosse in fuga: a suo carico è in corso un’indagine per stupro a Milano.