Un nuovo studio dagli Stati Uniti d’America: prevenzione dell’Alzheimer senza farmaci Vita e conoscenza

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Saveria Marino
Saveria Marino
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Chi adatta il proprio stile di vita alle proprie esigenze corre minori rischi Il morbo di Alzheimer Ammalarsi. Questo ne mostra uno nuovo Studio pilota.

Milioni di persone in tutto il mondo soffrono di demenza e morbo di Alzheimer. E il peggiore? Ce ne sono solo così tanti efficaci Opzioni di trattamento. Potresti pensare che la battaglia sia contro i mulini a vento.

Ecco perché la neurologa Christine Yaffe di Università della California, San Francisco I loro colleghi hanno testato un nuovo approccio.

► “Questo è il primo test personalizzato che si concentra su molteplici aree della vita cognitiva. Identifica i fattori di rischio target in base al profilo di rischio, alle preferenze e alle priorità del partecipante”, spiega Yaffe.

Ecco come sono stati raccolti i dati

I ricercatori hanno fornito una formazione personalizzata e su misura agli 82 partecipanti allo studio. I volontari hanno identificato potenziali fattori di rischio su cui vorrebbero lavorare. Mettono alla prova, tra l’altro, le procedure relative all’alimentazione, all’esercizio fisico, al sonno e all’educazione, per poi ottimizzarle in base alle esigenze personali nella fase successiva.

Ogni tre mesi altri 90 partecipanti ricevevano mail contenenti materiale formativo. Ciò includeva informazioni sugli stessi fattori da ridurre Rischio di demenza preso di mira dal gruppo sperimentale.

La maggior parte dei volontari erano bianchi, di età compresa tra 70 e 89 anni, e presentavano almeno due degli otto fattori di rischio per la demenza:

  • cattivo sonno,
  • depressione,
  • isolamento sociale,
  • fumare,
  • Farmaci da prescrizione associati al declino cognitivo
  • ipertensione,
  • Diabete e
  • Inattività fisica.

Tasso di successo del 74% nello studio sull’Alzheimer

I partecipanti di un gruppo hanno lavorato sulle attività assegnate per più di due anni. Settimana dopo settimana, le barriere motivazionali sono state affrontate attraverso le raccomandazioni dei team di supporto clinico durante le riunioni sui casi.

Il risultato: il gruppo di formazione è riuscito ad aumentare significativamente i punteggi dei test cognitivi e fisiologici – di un sorprendente 74% rispetto agli altri 90 partecipanti!

► La cosa migliore: la maggior parte dei partecipanti è molto soddisfatta dei cambiamenti! Una cosa è sapere cosa fare. Ma la sfida più grande nell’apportare cambiamenti nello stile di vita è attenervisi. Chiunque abbia provato a mettersi a dieta o ad abbandonare una cattiva abitudine lo sa.

Una critica a questo piccolo studio clinico iniziale: il numero limitato di partecipanti. Ciò rende difficile rilevare i cambiamenti nei fattori di rischio degli individui. Tuttavia, i risultati dei test mostrano che questo approccio è promettente.

“Ci auguriamo che il trattamento del morbo di Alzheimer e della demenza correlata in futuro sarà simile al trattamento delle malattie cardiovascolari, con una combinazione di riduzione del rischio e farmaci specifici mirati ai meccanismi della malattia”, conclude Yaffe.

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